L'esperienza di Monica
L'esperienza Di Monica
Monica, una donna di 40 anni, nell’Agosto 2006 si è trovata costretta a rinunciare alle cure farmacologiche per proteggere il feto da danni certi e si è trovata immediatamente nella necessità di assistenza continuativa e di totale dipendenza nell’ambito familiare. Tutto dovuto a un’emorragia cerebrale avvenuta durante il quarto mese di gravidanza con conseguente cerebro-lesione, che ha determinato un’emiplegia sinistra e deficit motori, cognitivi, comportamentali e frequenti crisi epilettiche.
Monica, con l’aiuto di molti sanitari, è riuscita a portate a termine la gravidanza e ha partorito uno splendido bambino di nome Jacopo. Nonostante questo necessita ancora di molti interventi sanitari e di un’assistenza domiciliare continua alla quale provvedono principalmente i familiari. Tale situazione è una conseguenza del Moyamoya, che ha anche altri evidenti effetti sia fisici che psicologici.
Il marito Arturo, impegnatosi con tutta la volontà e l’amore per la moglie ed il piccolo Jacopo, nato del Dicembre del 2006, ha subito e superato un infarto del miocardio nel Luglio 2008 come conseguenza del “tour de force” che lo impegnava giorno e notte.
Questa è una esperienza di un singolo nucleo familiare, ma molte esperienze simili si possono trovare fra i malati di Moyamoya.
Se ti identifichi in questa causa o sei affetto anche tu da tale patologia e vuoi dare una mano, contattaci!
La "Casa di Monica"
Passa il tempo e la nostra associazione inizia ad essere contattata sempre più spesso da persone che hanno bisogno di aiuto e che non sanno come muoversi dopo avere ricevuto la diagnosi di Moyamoya, perché è l'unica nel suo genere per questa patologia!
Per molti, trasferirsi a Bergamo per pochi giorni o per diverse settimane è un grande problema, soprattutto economico e così, con i soldi che la nostra associazione raccoglie tramite l'organizzazioni di eventi e donazioni fatte dai nostri cari amici ed associati, offriamo loro l'alloggio in alcune strutture che li ospitano vicino all'Ospedale Papa Giovanni XXIII e che collaborano con noi.
Ma questo non basta. Quello che manca ai nostri pazienti ed ai loro famigliari è la sensazione di "CASA", l'ambiente che li rassicuri e che renda meno spiacevole l'abbandono momentaneo dei loro affetti e delle proprie certezze.
Così, dalla vulcanica mente della nostra presidente e fondatrice Giusi Rossi, durante una delle nostre riunioni del direttivo, nasce l'idea di fare qualcosa di più, di dare una "CASA VERA" ai nostri ospiti e dopo un attenta ricerca, in una palazzina di un quartiere che dista solo 400 metri a piedi dalla sede ospedaliera, vengono trovati dei locali che però hanno bisogno di una radicale ristrutturazione.
Grazie all'aiuto di tanti professionisti che hanno messo a disposizione le proprie competenze lavorative e supportati da tanti amici e dai nostri fantastici volontari, iniziamo l'avventura della "Casa di Monica".
In pochi mesi, dopo aver acquistato i locali, vengono effettuati e terminati i lavori di ristruturazione e vengono ricavati 2 appartamenti (un monolocale ed un bilocale) completi di tutti i confort e adatti ad ospitare gratuitamente i pazienti ed i loro famigliari durante la degenza per le visite mediche di controllo e per gli interventi chirurgici e le fasi di riabilitazione post-operatoria.
"Per ogni persona che aiutiamo ci sembra di aiutare la nostra Monica". Con queste parole Giusi Rossi ed il fratello Ivan, il 1° OTTOBRE 2017 inaugurano la "Casa di Monica" e da quel giorno, decine di persone sono state ospitate.
Grazie a tutti gli amici che ci hanno aiutato in questa grande impresa!